ULTIMA TAPPA: MALINDI!
Eccoci arrivati a Malindi. Il gruppo è stanco dal viaggio e dall’intenso lavoro durante la fase spoletina. Allo stesso tempo è curioso e deciso di toccare con mano l’Africa, di vedere sul campo gli effetti delle politiche attuate nel contesto dei Millennium Development Goals di cui hanno parlato, discusso e scritto nella prima tappa del progetto.
Per la maggior parte dei partecipanti, inclusa la sottoscritta, è la prima volta nella Mama Africa.
Le attività programmate sono andate nella direzione di colmare tale aspetto, soddisfacendo, come punto di partenza, l’esigenza di conoscere i tratti caratteristici della cultura indigena. La visita al “Giriama Cultural Centre” ci ha fatto conoscere la cultura di questa tribù, una dei nove gruppi etnici che vivono nella regione costiera orientale. L’impatto è stato entusiasmante: la visita delle loro case tipiche, lo scandire della loro vita quotidiana, gli oggetti d’artigianato tipici e soprattutto una spettacolare, incalzante e vivace danza tradizionale ha suscitato molto interesse tra i giovani partecipanti, che sono stati coinvolti nelle danze e nei dialoghi con il più anziano abitante del villaggio.
Partendo dalla cultura Giriama, tutti i partecipanti sono stati coinvolti in un divertente workshop volto a far conoscere le differenti cultura che popolano il kenya. I ragazzi sono stati soggetti attivi di tale momento e, riunitisi in gruppo, hanno personificato le sette regioni keniote: balli, tradizioni culinarie, tappe storiche fondamentali, cultura giovanile, modello socio-economico delle differenti zone.
Superato il primo step culturale, è stata la volta di un tema caro a tutti i partecipanti: i bambini.
Grazie al tramite dell’associazione partner ANCE, abbiamo avuto la meravigliosa opportunità di visitare l’asilo Moboromokomi, sostenuto finanziariamente dalla ONG greca tramite un programma di raccolta fondi.
E’ stata un’esperienza straordinaria: le mamme dei bambini, gli anziani del villaggio, i maestri, i rappresentanti scolastici e soprattutto i bambini..tutti riuniti per dare una calorosa accoglienza a dei volti a loro sconosciuti, essendo grati e onorati di ricevere la visita di questa “delegazione” euro africana. L’incontro è stato toccante: le canzoni recitate dai bambini, le animate danze delle donne, i sorrisi timidi e i volti impauriti dei bambini di fronte al sano dilettantismo dei partecipanti tanto entusiasti della bellezza del luogo (nel bel mezzo di una foresta!) e dalla spontaneità di quei piccoli volti…
Altrettanto emozionante e istruttivo è stata anche la visita alla ong SOLWODI – Solidarity Woman in Distress-, che si occupa di recuperare le donne vittime di prostituzione e al loro reinserimento sociale. Siamo stati ricevuti da educatori che ci hanno spiegato la metodologia di lavoro, compresa la prima fase importantissima dell’approccio con tali donne, spesso vittime di abusi fisici e psicologici da parte dei loro clienti e sfruttatori. L’incontro con una delle ex-vittime, oggi membro attivo dell’associazione, è stato davvero illuminante: il racconto della sua esperienza in prima persona ha messo in luce, oltre alle vicende personali, la struttura della società Kenyota e l’accento posto sulla figura femminile, le strategie di accoglimento dei turisti, il ruolo delle istituzioni statali e le politiche di governo adottate verso il problema della prostituzione, del diffondersi di malattie come l’AIDS/HIV, del recupero e del reinserimento socio-economico delle vittime. La risposta di tali soggetti, anche sotto la guida e l’ispirazione ai MDGs, è pressoché inconsistente e manchevole di programmi adeguati.
Tale ONG porta avanti programmi di educazione sessuale, di salute mentale, di prevenzione dalle malattie, di inserimento sociale delle vittime attraverso il loro stesso empowerment economico, sociale e valorizzante la propria persona.
Connesso a ciò, si occupa anche di recupero di ragazzi dal tunnel della droga, un problema radicato in quest’area. La visita al centro riabilitativo dalla droga e l’incontro con ex-tossico dipendenti ci ha dimostrato con quali mezzi scarsi tali centri ed organizzazioni sopravvivono, nella dura lotta per lo sradicamento di gravi piaghe come la droga. Programmi di sussistenza, di reinserimento giovanile e di inizio di una nuova vita sono sempre sul filo del rasoio, a causa degli inesistenti aiuti statali; ma le persone non sono mai abbandonate a loro stesse, in quanto affiancate a professionisti che cercano di fare il loro lavoro nel modo più corretto e sano possibile.
Altro versante toccato con mano: la questione ambientale. Così importante nel contesto degli MDGs, così penetrante per l’Africa.
Insieme a rappresentanti della associazione ambientalista Green Africa Network, siamo stati ricevuti prima dall’assessore municipale di Malindi per l’ambiente, e poi dal rappresentante della National Environment Management Authority –NEMA- che ci hanno illustrato le politiche attivate all’interno delle linee guida degli MDGs e i programmi di cooperazione in cui tale Municipalità è coinvolta al fine di restituire il sacrosanto diritto agli abitanti della città di godere di un ambiente pulito, sano e libero dai rifiuti. In tale prospettiva, l’incontro con la Watamu Marine Association ci ha dato la straordinaria opportunità di assistere all’edificazione di un progetto di gestione dei rifiuti su base comunitaria. Il Community Solid Waste Management Project è davvero unico nella sua fattispecie: insignito di fondi da parte della cooperazione olandese, da occupazione a più di 40 persone tra giovani, donne ed disoccupati locali per essere inseriti nel mercato del lavoro come operatori ambientali per la raccolta differenziata dei rifiuti nelle comunità, liberandole così dalla classica forma di bruciare i rifiuti prodotti. Educazione, riduzione dell’inquinamento e generazione di profitto dalla vendita dei prodotti riciclati sono le parole d’ordine e l’obiettivo dell’associazione, che sta creando una rete di lavoro con altre importanti associazioni locali, impegnate nella responsabilizzazione del turismo e nell’educazione ambientale. Un ottimo esempio di cooperazione!
Cosa manca? Beh Africa vuol dire anche natura selvaggia ed intatta, splendidi orizzonti e panorami. Proprio per poter godere di tale spettacolo che la natura offre, il gruppo ha votato quasi all’unanimità per la visita del Parco Naturale Tsavo, il più grande e maestoso della zona. Una gita fuori porta che ha soddisfatto la curiosità dei ragazzi nel vedere spettacoli di cui di solito possiamo godere solo attraverso uno schermo, fatti di animali in stato libero e natura incontaminata.
Inutile dire che i momenti formativi sono stati accompagnati da divertenti momenti di svago e chiacchiere, che ci hanno permesso di conoscere le aspettative, le riflessioni, i sentimenti, le aspettative reciproche di queste giornate così cariche di scosse emotive…
Un particolare momento che possiamo annoverare tra questi è stata la visione dei cortometraggi prodotti da alcuni partecipanti di ciascuna associazione presente: le loro parole trasmettevano l’emozione e l’orgoglio per i loro lavori, presentati in una piccola aula di una scuola elementare vicino al nostro alloggio. In tema serio od ironico, più o meno artigianalmente, sono riusciti a trasmettere la problematicità di alcuni temi connessi agli MDGs, presentandone caratteristiche, lo stato attuale di realizzazione e le speranze per un pieno adempimento da parte delle classi politiche di ciascun paese rappresentato.
E proprio in questi momenti meno ufficiali che abbiamo potuto constatare che l’Africa ci ha regalato i suoi frutti migliori per la costruzione delle nostre coscienze.
Un grazie a tutti i partecipanti e a chi ha permesso la realizzazione di tutto ciò!